Testimone dell’Ottocento bosano è il Corso Vittorio Emanuele II, Arteria della cittadina che conobbe un importante risveglio economico dal 1807 quando divenne Capoluogo di provincia, sede della Prefettura e Intendenza. Con la seconda rivoluzione industriale si sviluppò l’attività conciaria e la popolazione subì un graduale aumento. Vennero abbattute le antiche mura che chiudevano la città per dare spazio ai palazzi e alle ville verso il mare. Nel 1887 venne inaugurato l’acquedotto, occasione per cui fu edificata la fontana in trachite rossa e marmo che oggi sta al centro di Piazza Costituzione. Insieme all’acquedotto venne realizzata la rete fognaria e nel 1870, fu costruito un nuovo porto formato dalla scogliera che univa l’Isola Rossa alla sponda sinistra del Temo. Nel 1871 venne invece aperto il ponte a tre arcate, in trachite rossa, in sostituzione di quello precedente in legno a sette archi che per le continue inondazioni necessitava di continue manutenzioni.
Qualche anno prima, nel 1867, fu costituita a Bosa la Società Operaia, grazie al Cav. Gavino Nino, all’epoca consigliere comunale e direttore del Regio Ginnasio, ex deputato e massone. La Sede situata lungo il Corso Vittorio Emanuele è dotata di un imponente archivio di documenti storici e di arredi pregiati, oltre alle numerose opere di Emilio Scherer, pittore parmense presente a Bosa dal 1873 quando dipinse le tempere murarie, commissionategli dal vescovo Eugenio Cano, per la chiesa di S.Croce e della Cattedrale di Bosa. Altre opere dell’artista sono presenti nella Cattedrale, nelle chiese di Sant’Antonio Abate e di Bosa Marina e nelle chiese di Cuglieri e Tresnuraghes.
Per la passeggiata nel Corso Vittorio Emanuele II sono consigliate scarpe comode.